 |

La
sede che dal 1960 ospita il Museo dell'Automobile di Torino è tra
i pochi edifici costruiti appositamente per ospitarvi la collezione
di un museo e costituisce anche un particolare esempio di architettura
moderna. Il lavoro fu iniziato nell'aprile del 1958 e terminato, per
quanto riguarda l'ossatura in cemento armato, nell'agosto del 1960.
Furono impiegati complessivamente circa 2300 tonnellate di cemento
e 630.000 kg di acciaio sagomato. Il progetto è opera dell'architetto
Amedeo Albertini, autore, in Torino, anche del Palazzo SAI, dello
Stabilimento Lavazza, e degli Uffici RIV; le strutture in cemento
armato furono calcolate dall'ingegnere Ivailo Ludogoroff. La costruzione
si sviluppa su tre piani, per un'area coperta di 5600 m2,
un'area sviluppata di 13.300 m2 ed una cubatura di 72.000
metri cubi. Essa consta di due fabbricati principali collegati da
due costruzioni trasversali dette "maniche di collegamento". Le due
maniche sono sostenute da altrettante "piramidi rovescie", ossia da
quattro pilastri fortemente inclinati che costituiscono una delle
soluzioni architettoniche più originali ed "identificative" del complesso.
Altro stilema di indubbio richiamo la grandiosa facciata convessa
lunga 114 metri: essa è retta da una travata in ferro del peso di
60 tonnellate appoggiata su quattro grossi pilastri in calcestruzzo
ed acciaio inossidabile. All'interno dell'edificio sono esposte opere
d'arte di grande pregio. Nell'atrio campeggia il grande pannello-mosaico
in ceramica policroma, opera di Felice Casorati ed è esposto il busto
in bronzo di Carlo Biscaretti, firmato da Marco Bisi. Al primo piano
si trovano le allegorie scultoree di Lancia, Alfa Romeo e Fiat e il
bassorilievo opera di Cesare Merzagora, raffigurante il senatore Giovanni
Agnelli.
|
 |