Carlo Biscaretti di Ruffia, aristocratico torinese nato nel 1879, legò il proprio nome al Museo dell'Automobile di Torino: lo ideò, radunò la collezione iniziale, si batté per farlo nascere e si adoperò tutta la vita per dargli una sede dignitosa. Biscaretti fu contemporaneamente straordinario disegnatore tecnico, pubblicitario e paesaggista fantasioso e delicato, fine giornalista, umorista e caricaturista. Fu tra gli iniziatori dell'Automobile Club di Torino, e tra i primi che presero la patente di guida nel 1902. Dopo essersi dedicato per alcuni anni al commercio dell'auto, contraddicendo la sua vocazione di pittore, riuscì a fondere in un'unica attività la sua vocazione artistica e la passione per l'auto: si specializzò nella prospettiva meccanica e raggiunse presto un grandissimo livello nel disegno meccanico. Lavorò per le maggiori fabbriche di automobili del tempo, specializzandosi nel disegno esploso e realizzando molti cataloghi di pezzi di ricambio. Nel 1916 divenne Capo dell'Ufficio Stampa e Pubblicità dell'Itala Fabbrica di Automobili di Torino, dove rimase fino al 1930. Nel 1933 la direzione del Salone dell'Automobile decise di organizzare una mostra retrospettiva dell'industria del motore e ne affidò l'incarico al Biscaretti. Da questa prima mostra del 1933, nacque l'idea del Museo. Iniziò una lunga opera di ricerca e di raccolta che durò dal 1933 al 1957, quando l'idea del Museo fu ripresa e fu costituito un ente per costruire l'edificio destinato ad accogliere l'insieme delle vetture e dei documenti che nei suoi venticinque anni di sforzi Biscaretti aveva radunato. Morì a Ripafratta, in provincia di Pisa, nel settembre del 1959, lasciando incompiuta una delle tavole a colori sulla storia della Fiat che stava preparando per il Museo, un anno prima dell'inaugurazione del "suo" museo.